In questo libretto edito da La nave di Teseo su concessione degli eredi della famiglia Eco, estratto della conferenza tenuta all’Università di Bologna nel 2008, Umberto Eco, compianto filosofo e semiologo scomparso da poco, affronta il tema del nemico come inevitabile necessità dell’essere umano.
Parte addirittura da Cicerone e da Agostino che bolla i pagani perché “diversi”.
“I nemici sono diversi da noi” (p.12)
e la diversità crea diffidenza, paura, scompenso.
Già al tempo dei barbari la faccenda era più che evidente, così come rappresentato dai bassorilievi romani. La questione della diversità, nel corso dei secoli, trova la sua massima esplicitazione in tre categorie specifiche: il “negro”, “l’ebreo”, “la strega”.
Non si aspetta Hitler per creare degli ebrei una categoria da cui difendersi, già nei Racconti di Canterbury si sottolinea “dal volto ai costumi ed ecco il nemico ebreo che ammazza i bambini” (p 27) per poi arrivare appunto all’aberrazione nazista.
Sulle streghe tanto si e scritto è in ogni epoca si vivono nuove forme di stregoneria, ovviamente nate nella mente dell’uomo.
Una delle interessanti sottolineature di Eco sta nel fatto che nei governi totalitari (Hitler, Mussolini, Stalin…) prima si tendeva a costruire l’immagine del nemico e poi si persuadeva la vittima a riconoscersi (pag45).
Un libro da leggere e su cui riflettere, soprattutto in epoca come la nostra che vede l’immigrato come nemico ideale e forse non solo lui…