La gestione del conflitto per lo sviluppo personale

Il conflitto, con la sua gestione, può essere una significativa occasione di apprendimento. Non ci credi? Qui ti spieghiamo perché.
Condividi:
Il conflitto, con la sua gestione, può essere una significativa occasione di apprendimento. Non ci credi? Qui ti spieghiamo perché.

Se ci sono tanti motivi per cui è difficile riuscire a considerare i conflitti come potenziali risorse, ce ne sono anche altrettanti che supportano la convinzione che il conflitto, e la sua gestione, possa trasformarsi in significativa occasione di apprendimento.

Rispetto a una visione restrittiva del litigio, propongo una visione più costruttiva. Che restituisce a questo tipo di esperienza tutte le sue potenzialità di apprendimento di specifiche competenze relazionali. Una visione del conflitto come luogo nel quale potersi esprimere. Rafforzando la propria autonomia o il senso di reciproca appartenenza piuttosto che il senso di colpa.

Il processo di individuazione

Dal punto di vista evolutivo il conflitto è importante nel sostenere il processo di differenziazione. Un esempio abbastanza comune di questa tipologia di litigio è quello tra figli adolescenti o giovani e genitori, ma anche quello tra amici che hanno condiviso l’adolescenza e pian piano si distaccano.

Se la relazione simbiotica è fondamentale per la sopravvivenza nel primo anno di vita del bambino, si rivela poi problematica nel cammino verso l’autonomia e l’individualizzazione, origine di impedimenti e difficoltà di varia natura che spesso provocano sofferenza. Il conflitto allora può delinearsi sia come sintomo che come occasione per stabilire la separazione e definire una distanza reciproca, anche grazie a un’attiva gestione del conflitto nella fase di crescita.

La gestione del conflitto permette l’autoregolazione

Il conflitto è poi uno straordinario strumento di autoregolazione sia nei gruppi che nelle situazioni sociali di carattere duale. Favorisce l’instaurarsi di sistemi che consentono di mantenere una misura relazionale adeguata. I rapporti che non consentono il conflitto sono tutti a rischio (da un punto di vista patogeno) di soffocamento reciproco. O, al contrario, di produrre reattivamente episodi di vera e propria violenza.

La capacità, che si origina a partire dall’esperienza del conflitto, di regolare autonomamente il proprio comportamento all’interno della relazione consente poi l’instaurarsi di un meccanismo che permette di interagire reciprocamente e rapportarsi senza dover ricorrere all’intervento di una figura esterna (la mamma, il capo, il giudice). La gestione del conflitto in questi contesti si rivela quindi essenziale per il benessere relazionale.


Immagine per il corso CPP "Il conflitto? Imparare a viverlo per stare meglio"

Pensi che le tue relazioni potrebbero migliorare modificando il tuo approccio al conflitto ?

Noi possiamo aiutarti. Partecipa al corso “Il conflitto? Imparare a viverlo per stare meglio”.

Un corso ideato da Daniele Novara e condotto da Laura Petrini per scoprire la competenza conflittuale. La capacità di stare nella tensione relazionale affrontandola come una situazione che può essere gestita e non subita.


Imparare a conoscersi tramite la gestione del conflitto

I conflitti permettono di imparare a conoscersi. Nelle discussioni, negli scontri, nelle difficoltà relazionali si scoprono potenzialità e limiti personali. Si ha la possibilità di confrontarsi con le proprie capacità (di salvaguardare la relazione, di affrontare un ostacolo, di perseguire un obiettivo) e di metterle alla prova. Con i propri confini (interiori, esteriori) e, in particolar modo, con quelli che sono i blocchi emotivi (le reazioni di fronte a determinate situazioni e comportamenti) che impediscono di riconoscere noi stessi e gli altri, di avere una chiara visione di quello che sta accadendo, e di agire di conseguenza. In questo senso, la gestione del conflitto diventa strumento di consapevolezza personale.

La competenza antinarcisistica

Un’altra funzione molto importante, tipica della dimensione del conflitto è poi quella evolutiva antinarcisistica. Nei bambini piccoli sviluppare questa competenza è fondamentale. Lo scontro con il coetaneo garantisce che si instauri quell’elemento di frustrazione evolutiva, di contenimento del naturale egocentrismo infantile, fondamentale per uno sviluppo corretto della personalità. Nell’altro si incontra un limite al proprio desiderio e alla propria azione. Interagendo reciprocamente si svelano delle potenzialità inespresse, si testano strategie, si capiscono i propri limiti. Grazie al conflitto si acquisiscono competenze relazionali e si impara a stare al mondo.

Oggi questo aspetto è molto importante: la vocazione anti autoreferenziale del litigio contrasta fortunatamente la tirannia narcisistica che pervade la nostra dimensione sociale, in cui la tendenza all’esibizionismo è assolutamente eccessiva e spasmodica, favorita e perseguita a ogni costo dai media. Provoca danni a vari livelli e impedisce l’acquisizione di una sana consapevolezza di sé e della capacità di affrontare i propri fantasmi interiori. Anche nell’età adulta questa funzione risulta benefica.

In fondo, il vicino di casa che si lamenta per il volume troppo alto, non è semplicemente o solamente un rompiscatole. Può essere una concreta opportunità per ricollocarsi nel contesto della convivenza che vivere in un condominio necessariamente comporta. Cogliendo le esigenze altrui necessarie quanto le proprie. Una sana gestione del conflitto aiuta anche in questi piccoli ma significativi episodi quotidiani.

Svelare la realtà tramite la gestione del conflitto

La parte più significativa del conflitto solitamente è quella nascosta e in questo senso il conflitto può potenzialmente esercitare un’importante funzione di svelamento e riconoscimento della realtà.

Quando in un gruppo una persona si lamenta molto, l’aspetto più singolare, su cui però tendenzialmente non ci si sofferma, non sta tanto nei contenuti della lamentazione. Sta nel nel significato che questa acquisisce all’interno del contesto e delle dinamiche del gruppo.

Lavorare sul conflitto consente allora di comprendere meglio cosa sta davvero accadendo, quali sono le problematiche pregnanti in quella data situazione consentendo di andare verso una maggior chiarezza. Quanto spesso accade che lo scontro si origini da incomprensioni, aspettative non esplicitate, fraintendimenti? Un approccio di gestione del conflitto permette di portare alla luce questi aspetti latenti e risolverli in modo più consapevole.

Testo tratto dal libro “La grammatica dei conflitti” di Daniele Novara.

9 Aprile 2025

Il conflitto, con la sua gestione, può essere una significativa occasione di apprendimento. Non ci credi? Qui ti spieghiamo perché.

Il conflitto, con la sua gestione, può essere una significativa occasione di apprendimento. Non ci credi? Qui ti spieghiamo perché.

Restiamo in contatto!

Iscrivendoti alla Newsletter riceverai le novità e le iniziative del centro diretto da Daniele Novara.