Viviamo in una società che spesso concepisce le domande come strumenti di controllo, verifica o giudizio. A scuola, nel lavoro e nella vita quotidiana, siamo abituati a rispondere a quesiti chiusi, che esigono risposte esatte, senza margine di interpretazione personale. Tuttavia, esiste un altro modo di interrogare il mondo: le domande maieutiche. Queste non impongono una risposta preconfezionata, ma stimolano il pensiero critico e la creatività, favorendo la scoperta interiore.
Come suggerisce Daniele Novara, le domande maieutiche permettono di far emergere il meglio dalle persone, proprio come un’ostetrica aiuta a dare alla luce una nuova vita.
- Domande maieutiche e domande di controllo
- La funzione generativa
- Domande maieutiche e crescita personale
- Strumento di cambiamento
La differenza tra domande di controllo e domande maieutiche
Le domande di controllo sono progettate per ottenere risposte precise e univoche. Si trovano nei test scolastici, nei colloqui di lavoro e nelle interazioni quotidiane in cui l’obiettivo è valutare la conoscenza o l’affidabilità di qualcuno. Queste domande possono generare ansia e frustrazione, poiché lasciano poco spazio alla soggettività.
Al contrario, le domande maieutiche aprono un dialogo, invitano alla riflessione e stimolano la crescita personale. Non esiste una risposta giusta o sbagliata, ma solo un percorso di scoperta. Sono tutte quelle domande che non hanno una risposta esatta e preconfezionata.
La funzione generativa delle domande maieutiche
Le domande maieutiche non si limitano a cercare informazioni, ma aiutano chi risponde a esplorare nuovi orizzonti di pensiero. Questo tipo di domandare è profondamente connesso con l’educazione e la pedagogia attiva.
In ambito scolastico, per esempio, invece di chiedere “Dove è morto Napoleone?”, si potrebbe domandare “Quali eventi hanno segnato la vita di Napoleone e come hanno influenzato la storia europea?”. In questo modo, si incoraggia lo studente a collegare concetti, sviluppare opinioni e costruire il proprio sapere.
L’esempio appena fatto chiarisce la natura delle domande maieutiche che, però, non si limitano all’ambito scolastico. Esse, anzi, sono maggiormente utili e generative all’interno delle relazioni, nei rapporti personali e lavorativi così come in tutti gli ambiti adulti nei quali si intessono relazioni.

Vuoi approfondire il tema della domanda maieutica e della sua funzione in tutti gli ambiti relazionali?
Ti proponiamo il corso annuale “Il Colloquio Maieutico”.
Uno strumento per attivare le capacità delle persone di comprendere le situazioni conflittuali e trovare compiti sostenibili. Con Daniele Novara e lo Staff formativo del CPP.
Il valore delle domande maieutiche nella crescita personale
Oltre alla sfera educativa, come accennato in precedenza le domande maieutiche sono uno strumento potente per la crescita individuale.
Quando ci chiediamo “Cosa desidero veramente?”, “Cosa posso imparare da questa esperienza?”, stiamo praticando un approccio maieutico alla conoscenza di noi stessi. Questo tipo di domande favorisce la consapevolezza, l’autostima e la capacità di affrontare le sfide con una mentalità aperta.
Anche nei processi di coaching e terapia, l’uso di domande maieutiche aiuta le persone a trovare risposte dentro di sé, invece di affidarsi a soluzioni esterne.
Le domande maieutiche come strumento di cambiamento sociale
Le domande maieutiche non hanno solo un impatto individuale, ma possono trasformare intere comunità. Danilo Dolci ha utilizzato questo metodo per favorire il cambiamento sociale nelle comunità svantaggiate, dimostrando che il dialogo generativo può portare a una presa di coscienza collettiva.
Quando le persone vengono stimolate a riflettere in modo critico sulla realtà che le circonda, nascono nuove idee, soluzioni e progetti di miglioramento sociale. In un mondo sempre più complesso, la capacità di porre domande che aprono alla riflessione è più che mai essenziale per costruire una società consapevole e partecipativa.
Le domande maieutiche rappresentano un’opportunità per riscoprire il piacere del sapere, per coltivare la creatività e per promuovere una cultura del dialogo. Uscire dalla logica del controllo e abbracciare il potere generativo del domandare significa restituire dignità al processo di apprendimento e crescita, sia individuale che collettiva.
Se impariamo a porre domande che stimolano il pensiero e l’esplorazione, possiamo davvero far emergere il meglio di noi stessi e degli altri.
Di Redazione