Ci sono tanti motivi per cui è difficile riuscire a considerare i conflitti nelle relazioni come potenziali risorse. Ce ne sono anche altrettanti che supportano la convinzione che il conflitto possa trasformarsi in significativa occasione di apprendimento. Rispetto a una visione restrittiva del litigio propongo una visione più costruttiva che restituisce a questo tipo di esperienza tutte le sue potenzialità di apprendimento di specifiche competenze relazionali, una visione del conflitto come luogo nel quale potersi esprimere rafforzando la propria autonomia o il senso di reciproca appartenenza piuttosto che il senso di colpa.
Il processo di individuazione
Dal punto di vista evolutivo i conflitti nelle relazioni sono importanti nel sostenere il processo di differenziazione. Un esempio abbastanza comune di questa tipologia di litigio è quello tra figli adolescenti o giovani e genitori. Ma anche quello tra amici che hanno condiviso l’adolescenza e pian piano si distaccano. Se la relazione simbiotica è fondamentale per la sopravvivenza nel primo anno di vita del bambino, si rivela poi problematica nel cammino verso l’autonomia e l’individualizzazione, origine di impedimenti e difficoltà di varia natura che spesso provocano sofferenza. Il conflitto allora può delinearsi sia come sintomo che come occasione per stabilire la separazione e definire una distanza reciproca.
Quando questi conflitti non si esplicitano e permangono allo stato latente, gli individui si ritrovano bloccati in situazioni di profondo disagio e sofferenza che generano rabbia e rancore intensi. È molto difficile infrangere i legami passati che hanno fornito rifugio, protezione e sicurezza. Ma il rischio è di restare bloccati nel proprio cammino personale. Da questo punto di vista imparare a riconoscere e gestire questo tipo di conflitto è un’importante occasione di crescita evolutiva.
L’autoregolazione
Il conflitto è uno straordinario strumento di autoregolazione sia nei gruppi che nelle situazioni sociali di carattere duale. Favorisce l’instaurarsi di sistemi che consentono di mantenere una misura relazionale adeguata. I rapporti che non consentono i conflitti nelle relazioni sono a rischio di soffocamento reciproco. O di produrre reattivamente episodi di vera e propria violenza.
La capacità, che si origina a partire dall’esperienza del conflitto, di regolare autonomamente il proprio comportamento all’interno della relazione consente poi l’instaurarsi di un meccanismo che permette di interagire reciprocamente e rapportarsi senza dover ricorrere all’intervento di una figura esterna (la mamma, il capo, il giudice).

Come puoi immaginare, gestire i conflitti nelle relazioni non è una cosa semplice.
Noi possiamo aiutarti con il workshop “Come gestire i conflitti nelle relazioni”
Un’occasione, insieme a Maria Teresa Pepe, per apprendere le basi del Metodo Maieutico per gestire i conflitti.
Imparare a conoscersi
I conflitti nelle relazioni permettono di imparare a conoscersi.
Nelle discussioni, negli scontri, nelle difficoltà relazionali si scoprono potenzialità e limiti personali. Si ha la possibilità di confrontarsi con le proprie capacità e di metterle alla prova. Di salvaguardare le relazioni, di affrontare un ostacolo, di perseguire un obiettivo. Con i propri confini (interiori, esteriori) e, in particolar modo, con quelli che sono i blocchi emotivi (le reazioni di fronte a determinate situazioni e comportamenti) che impediscono di riconoscere noi stessi e gli altri, di avere una chiara visione di quello che sta accadendo, e di agire di conseguenza.
La competenza antinarcisistica
Un’altra funzione molto importante, tipica della dimensione dei conflitti nelle relazioni è quella evolutiva antinarcisistica. Nei bambini piccoli sviluppare questa competenza è fondamentale: lo scontro con il coetaneo garantisce che si instauri quell’elemento di frustrazione evolutiva, di contenimento del naturale egocentrismo infantile, fondamentale per uno sviluppo corretto della personalità.
Nell’altro si incontra un limite al proprio desiderio e alla propria azione, e interagendo reciprocamente si svelano delle potenzialità inespresse, si testano strategie, si capiscono i propri limiti. Grazie ai conflitti si acquisiscono competenze nelle relazioni e si impara a stare al mondo.
Oggi questo aspetto è molto importante. La vocazione anti autoreferenziale del litigio contrasta fortunatamente la tirannia narcisistica che pervade la nostra dimensione sociale, in cui la tendenza all’esibizionismo è assolutamente eccessiva e spasmodica, favorita e perseguita a ogni costo dai media.
Testo tratto dal libro “La grammatica dei conflitti” di Daniele Novara