In gruppo si impara meglio

L’imitazione sociale è da sempre la strategia che il genere umano privilegia per imparare rapidamente ed efficacemente.
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Bambini che imparano giocando insieme perchè in gruppo si impara meglio

Negli ultimi decenni, le ricerche sia psicologiche sia neuroscientifiche hanno permesso di capire sempre meglio che l’apprendimento è un’esperienza anzitutto sociale, dove l’interazione con gli altri e il fare gruppo rappresentano l’elemento prioritario.

I punti principali dell’apprendimento sociale:

L’imitazione sociale è da sempre la strategia che il genere umano privilegia per imparare rapidamente ed efficacemente.

Imparare in gruppo

1.  Bambini e ragazzi imparano tra di loro

Ci racconta un’insegnante della scuola primaria: «Ho continuato a spiegare quel concetto ma non gli entrava in testa assolutamente, poi ho chiesto di fare un esercizio, divisi in gruppi di tre o in coppia. Quelli che avevano capito spiegavano agli altri più semplicemente di come facevo io e ottenevano migliori risultati».

La spiegazione frontale, la cosiddetta lezione, resta il metodo più difficile da utilizzare, sia perché i tempi di concentrazione sono molto limitati, sia perché la distanza cognitiva fra l’adulto e il bambino è molto elevata.

Nell’interazione sociale chi aiuta gli altri acquisisce un vantaggio cognitivo considerevole legato al fattore assimilazione, ossia al potenziale di incremento che si ha quando si deve organizzare una conoscenza in funzione degli altri: «Finché non l’ho dovuta spiegare, quella regola non mi era proprio chiara».

A volte sembra che alcuni alunni siano svogliati e distratti nel lavoro con gli altri, può succedere.
L’insegnante in questi casi deve confermare con chiarezza che il compito è di gruppo. Più i bambini e i ragazzi sono impegnati nel lavoro e più tutti vengono coinvolti.

L’insegnante mette a disposizione le sue conoscenze senza sostituirsi al necessario lavoro degli alunni per imparare in gruppo.

2. La didattica sociale è meglio di quella speciale

Una didattica centrata sulle attività di gruppo, sulla continua interazione fra compagni consente una maggior efficacia nei risultati in quanto produce un effetto full immersion, dove il lavoro è continuo, e l’esperienza, attiva e diretta, prevale sul puro e semplice ascolto dell’insegnante.
Si possono far preparare le lezioni dal gruppo, far svolgere i compiti a casa sempre in gruppo ma specialmente attivare processi di ricerca e problematizzazione che diano la spinta a mettersi in gioco, a contribuire al lavoro.

3. La capacità di gestire il gruppo classe è un basilare della professionalità del docente

Ovviamente ci sono tanti modi di farlo. Una volta il domatore andava per la maggiore.
I tempi sono cambiati e se non ci si vuole ritrovare tutti i giorni a discutere con i genitori, è bene rinfrescare la propria competenza di gestione del gruppo classe.

Per questo proponiamo una capacità di regia maieutica.

La parola deriva dal termine greco che sta per ostetricia, cioè far nascere, tirare fuori. È la metafora più antica e significativa dell’educare stesso, lavoro che permette di creare una interazione.

In questa prospettiva, l’insegnante si occupa di pre-disporre, piuttosto che disporre pedissequamente, ogni singolo passaggio.

Il ruolo di regia consente di creare situazioni di esperienze dove gli alunni si muovono con libertà alla ricerca di soluzioni e risposte autonome.

Divisi in gruppi, in triadi o in coppie, gli alunni attivano le loro risorse di ricerca, mentre l’insegnante li aiuta mettendo a disposizione informazioni, conoscenza e fonti possibili.

“Regia pedagogica” significa far lavorare gli alunni in una logica sociale, accettare maggiormente i loro errori come necessità evolutiva piuttosto che come semplice sbaglio.


Per approfondimenti

Abbiamo in programma il Convegno online “A scuola si impara dai compagni, giovedì 29 agosto 2024 con Daniele Novara, Alberto Pellai e lo Staff CPP.


In gruppo si impara meglio” è un articolo estratto dal libro “Con gli altri imparo. Far funzionare la classe come gruppo di apprendimento” (Edizioni Centro Studi Erickson, 2015) di Daniele Novara e Elena Passerini.

Bambini che imparano giocando insieme perchè in gruppo si impara meglio

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