I conflitti non devono essere negati ma accolti e gestiti. Con un aiuto nella gestione dei conflitti potrai imparare ad accettarli e ad aprire nuove porte, strade impensate e possibilità che partono dal riconoscimento dell’altra persone e dalla negazione della violenza come mezzo per appianare i pareri divergenti.
I caratteri principali della possibilità di gestire un conflitto sono cinque.
- Individuare il problema
- Aspettare il momento
- Le ragioni altrui
- Fare critiche costruttive
- Gli interessi comuni
La capacità di individuare il problema, di stare sul problema ed evitare ogni forma di attacco alla persona.
È tipica, anche da un punto di vista verbale, la stigmatizzazione dell’altro basata su generalizzazioni che mirano a creare un forte senso di arbitrarietà. Le accuse sono in genere di tipo generalizzante: «Sei sempre il solito!», «Con te non si può mai discutere!», «Quando ci sei tu porti solo confusione» e così via, allargandosi in spirali senza fine legate all’inevitabile reazione dell’antagonista pronto, anche lui, a scaricare le sue personali accuse. Nessuna comunicazione degna di questo nome può basarsi su tali procedure, allo stesso tempo è talmente facile cadervi vittima che fa spesso sorridere ritrovare in queste frasi dei «prontuari» di uso comune.
La capacità di aspettare il momento giusto
Complice delle modalità che non distinguono la persona dal problema è anche una cultura emozionale regressiva che ha fatto del puro e semplice «scaricarsi» un diritto quasi intangibile e necessario. Così non va bene, solo le strategie di temporalizzazione e decantazione emotiva possano fornire un aiuto nella gestione dei conflitti e bloccare le più pericolose scariche accusatorie.
La capacità di cogliere le ragioni altrui
È fondamentale dare senso e comprensione a quello che sta succedendo, cogliendone i significati soggettivi e non solo quelli della propria parte, attuando il complesso ma importante processo di negoziazione. Questo processo fornisce un reale aiuto nella gestione dei conflitti.

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La capacità di strutturare critiche costruttive
In generale, l’evitare un linguaggio giudicante, preferendo piuttosto una comunicazione che faciliti la comprensione. Se il conflitto è una struttura relazionale, per gestirlo è necessario imparare a mantenere l’apertura all’altro e sviluppare una competenza nel riuscire a comunicare al meglio quello che si prova aiutando l’altra parte ad avere una comprensione più adeguata di quello che sta accadendo.
Molto spesso il conflitto si incastra in dinamiche disfunzionali proprio perché non si riescono a superare alcuni blocchi comunicativi che causano fraintendimenti e incomprensioni.
La capacità di attivare strategie basate sulla ricerca di interessi comuni
Abbandoniamo il puro e semplice tentativo di vincere ad ogni costo. Il muro contro muro, il batti e ribatti nel tentativo di spuntarla e averla sempre vinta, non ottengono risultati duraturi anche se in apparenza le soluzioni al conflitto appaiono efficaci. Paradossalmente può addirittura succedere che la vittoria nel conflitto rappresenti un grave danno per i propri interessi più vitali creando sensazioni d’onnipotenza che non corrispondono alla realtà più profonda della posta in gioco (tipico al proposito il genitore che si impone sull’adolescente prescindendo completamente o quasi da una vera contrattazione consensuale).
Testo tratto dal libro “La Grammatica dei Conflitti” di Daniele Novara, edizioni Sonda